Vivete per il bene
della città
Emidio Campi 28/12/23
L’intervento del Prof. Emidio Campi, valdese e docente di storia del cristianesimo all’Università di Zurigo, si è concentrato principalmente sulla derivazione teologica delle trasformazioni sociali prodotte dalla Riforma protestante di Zurigo
Sono state evidenziate le misure sociali ed innovative che il consiglio cittadino, su pressione di Zwingli e dei suoi collaboratori, con il consenso dei cittadini, è stato in grado di attuare durante il biennio 1524-25
L’aspetto innovativo era soprattutto nella possibilità dell’istituzione politica, il consiglio cittadino, di legiferare in materia ecclesiastica. Non era più l’autorità ecclesiastica ad interferire con le autorità politiche, ma esattamente il contrario. Ciò si realizzò attraverso diversi strumenti, come il tribunale matrimoniale e dei costumi, il più antico ordinamento giuridico del protestantesimo, che aveva lo scopo di esercitare un controllo sulla moralità dei cittadini. Ad esso fu aggiunto un nuovo sistema di assistenza pubblica, non più gestita dalle istituzioni religiose, ma regolata dalle leggi dello stato.
Un ulteriore pilastro della riforma sociale era rappresentato dall’obbligo dell’istruzione pubblica.
Non c’è dubbio che l’efficacia di questi interventi, dopo decenni di inutili tentativi della chiesa, nel combattere la povertà, l’accattonaggio ed il malcostume, stava nei principi teologici soggiacenti alle misure legislative. Senza approfondire tutti i dettagli si può cercare di sintetizzare alcuni principi, come la dottrina del sacerdozio universale dei credenti che non prevede alcuna distinzione tra clero e laicato, tra vita attiva e vita contemplativa. L’ascetismo che portava i credenti a fuggire dalla realtà quotidiana per chiudersi nei monasteri, si trasformò in impegno pubblico a tutti gli effetti.
Si pensi anche agli effetti sociali della dottrina della salvezza per sola grazia, che rinnova il senso delle buone opere. Queste ultime sono private dal loro valore salvifico, diventando quindi segno del favore ricevuto da Dio. Dare l’elemosina ai poveri non è più un atto per guadagnarsi il cielo. Si assiste quindi ad una riforma sociale di grande importanza perché ci si sbarazza del problema dell'accattonaggio, un dramma delle società europea del tempo
Un altro nodo decisivo fu quello della dottrina dei sacramenti, che, influenzando tra gli altri la concezione del matrimonio, favorì una visione completamente nuova delle relazioni sociali. Se il matrimonio non è un sacramento, la sua gestione è demandata all’autorità civile e non più alla chiesa.
Come per tutto il mondo toccato dalla Riforma, anche la visione del lavoro subì una considerevole trasformazione. Esso è infatti inteso come vocazione, ma non in senso monastico. Il lavoro è l’attività mediante la quale l’uomo glorifica Dio, cioè modella la sua vita secondo la volontà di Dio, servendo il prossimo. Anche nel campo dell’economia, l’introduzione controllata del prestito ad interesse favorì un considerevole sviluppo, permettendo una certa imprenditorialità da parte delle corporazioni presenti nella città.
Ciò che maggiormente risalta quindi dalla prima fase della Riforma zurighese, quella cioè promossa e gestita da Zwingli, è la sua portata sociale. Al contrario di Lutero in Germania, concentrato soprattutto sulla relazione personale tra Dio e l’uomo, l’attenzione primaria del riformatore zurighese fu rivolta alla dimensione pubblica della fede biblica.