Seguire la volontà di Dio
(prima parte)

Pietro Bolognesi 17/07/23


Romani 12:2

1.  Voi sapete che Dio ha un disegno

("...la volontà di Dio")

In questo testo rileviamo come il mondo ha un suo modello dominante. La Scrittura insegna invece ad averne un altro. Dove il mondo presenta l'ovvietà, la Scrittura contrappone la diversità; all'integrazione, la trasformazione; alla familiarità, l'originalità. Noi tutti abbiamo vissuto prescindendo dal progetto di Dio, pensavamo di essere autonomi, invece eravamo condizionati da modelli che l'apostolo Pietro chiama "vano modo di vivere". La conversione ci ha trasferiti in un altro mondo, tutto ciò che era familiare è stato rimodulato. Ora abbiamo una cornice che deve distinguersi rispetto a ciò che è ovvio. Rom. 12:2 ci invita a seguire la volontà di Dio dopo averla scoperta, essa non ha preso possesso di noi a partire dalla conversione. Dio ci ha anticipati, era presente quando vivevamo schiavi del peccato, Egli è felice e desideroso di farci entrare nella Sua volontà pienamente (Sal. 32:8). Dunque bisogna sapere che Dio ha un disegno eterno.

 

2.  Voi volete stare vicino a Dio

La volontà di Dio non esiste a prescindere da Dio stesso ("...di Dio"). È il Dio personale colui a cui desidero stare vicino e che mi trasforma e questa non può essere una questione formalistica, asettica e codificata. Dio non svende la Sua volontà perché Egli ci vuole prossimi: c'è quindi un elemento fortemente personale. Desidero perciò stare vicino a Lui? Bramo la Sua presenza? Mi sento a mio agio con la Sua prossimità? Non possiamo pensare a qualche facile soluzione ai nostri problemi senza essere interessati a Dio stesso (Ger. 17:7). La volontà di Dio non è un mordi-e-fuggi, bisogna invece attivare dinamiche virtuose, fare delle scelte conseguenti dopo essere stati vicini a Lui. Dio ci conosce prima della nostra nascita ed esercitava la Sua sovranità anche quando non ne eravamo consapevoli (Col. 1:9).

 

3.  Voi volete essere trasformati

("...ma siate trasformati")

Tutto ciò che appartiene allo stato naturale deve passare per il progetto di trasformazione di Dio. Non c'è linearità nelle nostre intuizioni personali ma solo nel disegno divino. Se vogliamo essere trasformati dobbiamo fare una cernita in quanto non c'è alcun automatismo. Poi ci dobbiamo chiedere: accetto la mia creaturalità? Posso parlarmi di ciò che veramente sono? È il grande tema dell'identità. Dobbiamo imparare a narrarci per prendere coscienza di tutti quei fattori che ci hanno influenzato nella costruzione della nostra identità. Spesso ci chiudiamo a riccio e non lasciamo che le trasformazioni siano possibili, siamo cioè più vittime che autori della nostra identità. L'identità redentiva, ricevuta quando Dio ci ha salvato, ci aiuta a fare i conti con l'identità creazionale, cioè valuto ciò che accetto e ciò che invece pongo in discussione. Imparare a narrarci ci aiuta a essere persone di comunità in modo che evitiamo di vivere a sprazzi nei vari ambiti della vita.


4.  Voi amate la Scrittura

("...il rinnovamento della vostra mente")

Il rinnovamento della nostra mente si opera quando adottiamo un nuovo mansionario rispetto a quelli usati prima, costituito dalla Scrittura, Parola di Dio. Dobbiamo sempre chiederci se amiamo la legge di Dio, se ci nutriamo di essa con gioia. La Scrittura deve costruire dei modelli nuovi, una memoria spirituale dentro di noi, perché Essa è il mezzo privilegiato per avere comunione con Dio stesso. Essa deve elaborare gli schemi e i progetti per il nostro presente e il nostro futuro. Non tanto per risolvere un problema contingente, quanto per costruire e alimentare una sana visione della vita e del progetto di Dio per noi (Ebr. 13:5; I Cor. 11:2).

 

5.  Voi sapete che il suo piano è benevolo

("... la buona, gradita e perfetta volontà")

Quando siamo incerti sulla volontà di Dio, dobbiamo chiederci se crediamo che essa sia buona, gradita e perfetta. Quando faccio delle scelte:

A.     devo essere certo che esse siano in accordo con la Parola di Dio (I Cor. 6:9; Sal. 119:9).

B.     devo chiedermi se certe scelte non costituiscano dei legami. Nell'orizzonte illimitato di Dio tutte le cose sono lecite, ma nulla deve dominarci (I Cor. 6:12).

C.    Continuerò a chiedermi se certe scelte siano utili e recano beneficio a me stesso e agli altri.

D.    Devo chiedermi se sono certo di contare sulla compagnia di Dio (1Cor 6,19)

E.     Devo chiedermi se credo nella bontà dei suoi pensieri (Ger. 29:11).

 

Noi siamo stati creati per essere amati, perciò se si affacciano dubbi sul controllo che Dio ha di tutte le situazioni devo respingerli, perché Egli non può essere usato ma solo servito. Il piano di Dio resta sempre benevolo, perciò non è possibile avere forme di diffidenza nei suoi confronti.