Noi membri della chiesa di Dio
Leonardo De Chirico 26/07/22
1 Pt 2,1-10 ci aiuta a riconoscere il diritto di Dio di definirci non solo in quanto individui ma anche in relazione ad un popolo. E questo è parte integrante della nostra identità. Siamo chi siamo in quanto il Signore ci ha fatto rinascere dentro una famiglia, che si chiama chiesa. Non può esserci progettualità fuori dalla chiesa. Leggiamo in questo brano, alla luce di una chiave che ha usato Calvino, il triplice ufficio di Gesù Cristo di profeta, re e sacerdote, per poter comprendere a qual fine il Padre lo abbia inviato tra gli uomini. Questi tre uffici sono presenti nei primi dieci versetti della 1 Pietro applicati alle responsabilità della chiesa. Essendo la chiesa il frutto del suo patimento, questi tre uffici vengono assegnati alla chiesa affinché possano essere vissuti nella missione data alla chiesa.
La vocazione della chiesa è rappresentare l’autorità regale di Cristo, la verità profetica del Signore e la sua sacerdotalità. Entriamo in una famiglia che ci nutre. La chiesa non è madre, ma una nutrice (1 Pt 2,1-2). Anche la chiesa è generata e si fa carico di nutrire con il latte puro della Parola di Dio. Chiesa è creatura verbi, non generatrice di vita. La chiesa da un cibo adeguato.
La chiesa è una casa. Possiamo essere soli, ma la famiglia di Dio non ci lascia e veniamo nutriti nelle varie modalità, principalmente nel culto, nella celebrazione.
I credenti sono un edificio di pietre viventi (1 Pt 2,4). Qui Pietro ha in mente il tempio. Una casa fatta di molte pietre, di cui una sola è la Pietra angolare su cui sta la casa. Vi è un’attività spirituale. Una vita caratterizzata da sacrifici di lode.
1. Responsabilità regali
1 Pt 2,25 siamo sotto il pastorato e la guardiania di Cristo che esercita per noi il suo ufficio regale. Lui garantisce la sussistenza e si prende cura. Nel regno di Dio c’è ordine, relazioni guarite, responsabilità riprese. La nostra responsabilità regale va vissuta nei seguenti ambiti:
Autorità politiche- cittadini (2,13-17): sottomissione nel rispetto e nella libertà facendo il bene.
Datori di lavoro – impiegati subordinati (2,18-20): sottomissione con buona coscienza. Servi di Dio, domestici del padrone
Mogli – mariti (3,17): sottomissione nell’onore reciproco
Anziani – comunità (5,1-5): sottomissione nel segno dell’esempio e dell’umiltà (non abuso)
Relazioni interne alla comunità (1,22; 3,8; 4,10-11; 5,6): umiltà all’insegna dell’amore intenso e del servizio
Chiesa – avversario (5,8-9): resistenza nella fede. Impedire che satana entri nella chiesa.
2. Responsabilità sacerdotali
Camminare in modo santo sempre e comunque (1,15-16)
Offrire sacrifici spirituali graditi al Signore (2,5)
Benedire invece di rendere male per male (3,9)
Pregare (4,7 cfr anche 3,12)
Soffrire sull’esempio del servo sofferente – vittima (2,20-25). Soffrire in silenzio. Ciò non significa accettare gli abusi o entrare nel dolorismo
3. Responsabilità profetiche
Proclamare le virtù di Dio (2,9): la profezia è sempre pubblica. Non c’è scusa per essere passivi
Usare bene la lingua fuggendo il male (3,11)
Rispondere con rispetto e con una coscienza pulita (3,16)
SIATE RE, SIATE PROFETI, SIATE SACERDOTI