Mascolinità e femminilità alla prova
Pietro Bolognesi 23/07/22
Pietro Bolognesi, nella sua prima relazione “Mascolinità e femminilità alla prova” ha affermato che la mascolinità e la femminilità non esistono in modo individuale, ma vanno collocati in ambito relazionale. Partendo dal testo di Genesi 2, 18-25, l'uomo e la donna vanno pensati secondo la visione biblica che dà valore alla singolarità nel contesto relazionale. L'uomo è infatti in relazione con Dio, con sé stesso, col prossimo e con la realtà creata. Analizzando poi i modelli esistenti, gerarchico, egualitario, di reciproca sottomissione e di complementarità emerge come essi non siano pienamente soddisfacenti.
Il modello proposto, che risponde meglio alla visione biblica, è quindi quello definito "compagnati". Si tratta di un modello che fa emergere che:
1. l’uomo e la donna sono uguali nella loro dignità. Secondo Genesi 2, 18, la donna è infatti collocata accanto all'uomo.
2. l’uomo e la donna sono differenti nella loro specificità, ciò significa che la differenza sessuale marca tutta la vita e l'uguale dignità non cancella la differenza di genere. Nemmeno il matrimonio è una diarchia: perché una struttura funzioni, bisogna imparare a distinguere non ad appiattire. Nel matrimonio abbiamo un’alleanza di persone uguali e diverse. Non c’è superiorità o dominio, ma l’autorità data all’uomo è temperata dal comandamento dell’amore. Autorità amante e sottomissione responsabile che si coniugano nella specificità.
3. L'uomo e la donna "compagnati" nei loro ruoli, cioè l'uguaglianza e la differenza si applicano nella compagnia, che riporta alla reciprocità e mutualità, ad un impegno visionario e progettuale che fa sognare. Il matrimonio nella Parola di Dio non è un contratto, ma un'alleanza che proietta verso l’azione del Regno.