La vocazione
Pietro Bolognesi 19/07/23
Ger. 1:1-10, 17-19
La chiamata di Geremia rappresenta un paradigma per qualsiasi altra vocazione e chiamata.
1. La vera vocazione è collocata sempre nella storia (v. 4)
Al tempo di Geremia nella città c'è pessimismo e stanchezza, incertezza e disfattismo, anche se Giosia aveva iniziato una serie di Riforme. Dio non ha però bisogno di apparire, perché la Sua opera continua sempre. La vocazione di Geremia ci pone davanti il fatto che Dio non ha abbandonato la storia in quanto Egli è presente con il Suo piano nella vita del profeta e in tutta la realtà (vv. 2-3). Dio non teme di sporcarsi le mani nella storia del mondo e la chiamata di Geremia è tipicamente storica: la storia non è così impura che Dio non possa intervenire. La vocazione di Geremia dunque si svolge dentro la storia, non è misticismo. La Parola di Dio non è sfuggente, in quanto è attuosa e reale. Ogni narrativa sulla vocazione deve sforzarsi di aver presente la narrativa storica della Bibbia.
2. La vocazione è collocata nella responsabilità personale (v. 5)
La storia non può essere sganciata dalla responsabilità personale. La chiamata di Dio nella storia si collega alla sua decisione eterna ("io ti ho conosciuto, consacrato, costituito, prima che tu uscissi dal grembo"). Dio ha agito eleggendo Geremia da sempre, perciò non ci possono essere dubbi sull'azione reale di Dio nella storia. La vocazione diventerà qualcosa di irresistibile per Geremia, che deve collegarla a un elemento che la precede. Ciò significa che la vocazione è sganciata dalla famiglia, che potrebbe esercitare le sue pressioni. L'ancoraggio della nostra vocazione si trova dunque nel fatto che Dio ci conosce fin dal seno materno. Il paradigma è quindi quello dell'anteriorità (Gal. 1:15). La vocazione viene dunque incorporata in una totalità che ci supera e che è feconda nel liberarci da tutti gli elementi precari. Bisogna rifiutare dunque la dialettica interiore/esteriore,spirituale/materiale.
3. La vocazione è incarnata nel travaglio personale (v. 6)
Il travaglio della propria precarietà accompagnerà Geremia regolarmente (Ger 20,7). Egli è timido, fragile e lo confessa apertamente (Ger 11,28 -23; Ger 17, 12-18; Ger 18, 18-23; Ger 20, 10-13), ma realizzerà che la capacità di servire verrà solo da Dio. (2 Cor 3,5) Il travaglio personale non cesserà che in Lui. Il profeta dovrà agire con l'autorità del Signore contando solo sulla Sua potenza. Per questo, una vera vocazione si acqueta solo in Dio.
4. La vocazione è declinata nel combattimento reale (v. 19)
La vocazione è sempre accompagnata dalla sofferenza, che è una sfida virile senza autocommiserazione. La vocazione di un uomo o di una donna è sempre segnata da qualcosa di drammatico, perciò c'è solo la fiducia in Dio (Ger. 20:9). Se non abbiamo questo travaglio, non abbiamo capito bene con Chi abbiamo a che fare. Geremia sa che deve restare fedele e basta. La vocazione non ammette cedimenti, perché c'è la sicurezza della presenza del Signore.
5. La vocazione è proiettata nel nuovo di Dio (Ger. 31:31)
Dio si fa carico del fatto che la Sua Parola si traduca in termini molto concreti. Quattro verbi descrivono questo, "sradicare", "demolire", "abbattere", "distruggere", prima che altri due verbi indichino la successiva fase positiva, cioè "ricostruire" e "piantare". La vocazione è alimentata da questa ambizione, distruggere per poi ricostruire. Geremia è per antonomasia il profeta che distrugge (Ger. 15:1) e ciò sembrerebbe condurre a un vero fallimento. Dio invece, in Ger. 31, parlerà di Nuova Alleanza, un percorso pedagogico che condurrà a Cristo. Distruggiamo dunque le capacità umane per aprirci alla Grazia di Dio.
6. La vocazione è incardinata nel senso di Dio
Cosa promise il Signore a Geremia (Ger. 6:7)? Che egli sarebbe andato al popolo e avrebbe detto tutto ciò che Dio gli aveva comandato. In questo modo viene assunta la dimensione della creazione con tutte le sue problematicità. Questo Dio trascendente assicura al profeta il senso della Sua presenza. Come riannodare la vocazione di Dio al proprio vissuto? Ecco, l'azione di Dio è presente prima della consapevolezza umana. L'iniziativa dunque è Sua, che è sostegno, rinnovamento e sogno. La vocazione di Geremia, accompagnata dal senso dei propri limiti, resta attirata da Dio e dipendente da Lui.