Io e noi interpreti della vocazione di Dio
Leonardo De Chirico 27/07/22
1 Pt 2, 18-21
Ci sono dei campi luoghi di sfida e la fede cristiana non può tacere nel non ridisegnare il campo del lavoro, della famiglia, delle relazioni interpersonali. Pietro impiega quasi due capitoli per arrivare alle questioni che queste chiese devono affrontare 1 Pietro 2,18-25 e 3, 1-17.
Vi sono due riferimenti alla grazia che gettano una luce diversa su uno scenario tragico. (2, 19-20)
1) Il lavoro è una grazia (2,18-20). Il messaggio cristiano annuncia il lavoro come una grazia. “La grazia vi sia moltiplicata” e la grazia si moltiplica anche lì dove tutto è sottosopra. È necessario chiedere al Signore una misura di grazia maggiore che ci accompagni ad affrontare le situazioni complesse. La grazia getta una luce divina sul lavoro. Il lavoro è parte costitutiva dell’uomo. Dio è un lavoratore. Ed essendo ad immagine di Dio, abbiamo acquisito questa vocazione. Un cristiano lo si vede dal modo in cui lavora, qualunque sia la sua specificazione.
È una grazia poter vivere il lavoro in modo redento e redentivo. Risulta però importante comprendere che non è il lavoro a qualificarci.
2) Il lavoro forgia il Carattere cristiano. Non è garantito che il risultato sia immediato e definitivo, ma vengono seminati semi di grazia. Vi sarà sempre la sofferenza. Non vi è un’escatologia realizzata (teologia della prosperità), invece c’è il “già e non ancora”. il Signore forgia nella sofferenza. Nella lettera vi è un appello alla maturità cristiana: ad essere persone si sofferenti, ma gioiose; provate ma non spremute.
Non possiamo essere dei cristiani affidabili se non siamo dei lavoratori responsabili
3) Gesù Cristo rilancia il lavoro. Leggiamo il lavoro nell’ottica del triplice ufficio di Cristo.
Gesù Profeta ridice la verità sul lavoro, contro le menzogne idolatriche
Gesù Re rilancia la bontà del lavoro guarendo dalle rotture del peccato e ristabilendo un ordine vivibile (Gc, 3,4)
Gesù Sacerdote aiuta a vivere le tensioni del lavoro rimanendo vicino ed incoraggiando la prossimità.
Non ci sono passi in avanti senza pagamento di un prezzo. Vogliamo somigliare a Gesù nelle sue sofferenze? Abbiamo quindi:
RESPONSABILITA’ PROFETICHE:
annuncia la benedizione di grazia del lavoro
denuncia (con grazia) la corruzione del lavoro in tutti i suoi aspetti: sia quelli di cui fai esperienza sia quelli di sistema.
RESPONSABILITA’ REGALI:
dai testimonianza personale di una dignità del lavoro in via di recupero
dai esempio di collaborazione leale ed affidabile
dai un input personale nel ripristino di condizioni di giustizia: dalle situazioni vicine a quelle di sistema
pretendi (con grazia) ed incentiva la crescita della responsabilità di tutti
contribuisci a tutto ciò che promuove il “buon lavoro”
RESPONSABILITA’ SACERDOTALI:
sii paziente e perseverante nel “già e non ancora” del lavoro in via di rinnovamento
persevera nel lavoro profetico
sii integro nel lavoro regale
sii un buon prossimo con cui, per cui, sotto cui lavorare
sii pronto a pagare un prezzo personale
gestisci in modo saggio situazioni di crisi conflittuali, precarie ed incerte