Abbiamo una storia

Antonino Memme 28/12/23


Ebrei 13:7-17

 

“Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio, e, considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede.

Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.”

 

Collochiamo l’inizio della storia del movimento cristiano riformato battista nell’Inghilterra del 1500 quando ancora non si parlava di chiese battiste. Si preferiva utilizzare termini come “fratelli” e “chiese battezzate”. Alcuni le chiamavano in contrapposizione ed in modo dispregiativo “anabattiste”. Nel tempo sono delineate due tendenze che avrebbero dato origine ai “battisti generali” che mettevano l’accento sul tema del battesimo della libertà e della separazione tra chiesa e stato e “battisti particolari”, o “regolari” che oltre a queste tematiche, fanno maggiormente tesoro del patrimonio della riforma del XVI secolo ponendo l’attenzione sulla dottrina della salvezza.

Lo sfondo è rappresentato dall’emergenza del puritanesimo, un movimento interessato alla riforma della chiesa d’Inghilterra. Si vogliono semplificare il tipo di culto, passare da un modello episcopale a uno presbiteriano e adottare una dottrina più specificatamente riformata.

Il puritanesimo, spesso denigrato, ha giocato un ruolo fondamentale nel passaggio dalla società medievale a quella moderna. Questo movimento, che si è protratto per circa un secolo con risultati diversificati a livello territoriale, ha posto un'enfasi sulla pietà personale, incentivando implicitamente la formazione di comunità religiose più consapevoli. La resistenza della Chiesa d'Inghilterra e il clima di democratizzazione hanno favorito il separatismo, con molti pastori che si sono distaccati dall'istituzione ecclesiastica ufficiale per perseguire pratiche bibliche secondo le proprie convinzioni. Nel 1609, un piccolo gruppo di separatisti o congregazionalisti, guidati da John Smyth e Thomas Helwys, emigra ad Amsterdam non solo per sfuggire alle persecuzioni, ma per seguire Dio in tutte le sue vie a qualsiasi costo. Poiché il battesimo dei neonati è una caratteristica della Chiesa di Stato, il gruppo trova insostenibile mantenere tale pratica una volta rifiutato il principio della chiesa di Stato.

Ad Amsterdam, incontrano altri separatisti inglesi come Francis Johnson, che già era emigrato in Olanda dopo essere stato arrestato a Londra nel 1593. Qui, godevano di una certa tolleranza e la loro comunità contava circa trecento persone. Tuttavia, essendo i separatisti inclini a comunità più piccole, non cercarono di unirsi.

Il gruppo entra in contatto con una comunità di mennoniti, che li aiuta a riscoprire l'insegnamento biblico del battesimo dei credenti. Sebbene non ci siano indicazioni precise, sembra che questo insegnamento possa essere attribuito a Menno Simons.

L'aggiunta del battesimo degli adulti e altre dottrine alla fermentazione spirituale preesistente ha portato alla formazione della prima chiesa battista. Questo gruppo, convinto dell'ispirazione della Bibbia, cerca di vivere secondo il modello del Nuovo Testamento, rifiutando il battesimo infantile praticato dalla Chiesa di Stato e basando la chiesa sul patto tra Dio e i credenti.

La Confessione di Fede di Londra del 1644 riflette un approccio non settario e irremissibile alla riflessione sul battesimo, caratterizzata da fermezza e apertura. Helwys elabora una confessione di fede con elementi della teologia calvinista e fonda una chiesa battista a Londra nel 1612, distinguendosi dalle concezioni mennonite.

Le chiese battiste rifiutano il distacco dal mondo e partecipano attivamente agli eventi rivoluzionari dell'epoca, mentre sostengono la libertà di coscienza e la parità delle confessioni religiose. Molte emigrano in Nord America sin dall'epoca dei Padri Pellegrini, diventando un movimento religioso vivace ed espansivo, con missioni che si diffondono in Europa e in altri continenti.

Le chiese battiste enfatizzano l'interiorità e la responsabilità personale, mantenendo una disciplina comunitaria distintiva e ancorandosi alla giustificazione per sola fede. Le confessioni di fede sono strumenti per promuovere l'unità e prevenire distorsioni del messaggio, alimentando negli adepti ardore e dipendenza anziché sufficienza e arroganza.

L'introduzione delle chiese battiste in Italia avviene nella seconda metà del XIX secolo, durante il periodo del Risorgimento. Questo periodo di fervore e attesa è testimoniato dalla visione di John Berg, un pastore inglese a Baltimora, che nel 1862 afferma che l'Italia offre un'occasione senza precedenti per diffondere le idee battiste, poiché la popolazione è libera di scegliere la propria forma di religione dopo secoli di dominio papale.

L'arrivo dei primi battisti inglesi e americani avviene rispettivamente nel 1863 e nel 1870, quando la popolazione italiana supera i 22 milioni. Questi missionari si confrontano con un contesto complesso, ma l'elasticità dottrinale delle chiese battiste permette loro di operare efficacemente anche senza una completa riforma dottrinale.

Tuttavia, l'attività evangelica dei battisti in Italia spesso si mescola con interessi non strettamente religiosi, come calcolo politico, umanesimo e razionalismo, ma la fede evangelica rimane distinta da queste influenze. L'obiettivo è annunciare il Vangelo con fedeltà alla Bibbia, ma l'accento anticattolico rischia talvolta di trasformarsi in moralismo anziché incarnare la pienezza della fede cristiana.

La predicazione segue gli schemi del risveglio evangelico, ma la scarsa consapevolezza dell'eredità protestante in Italia porta a un pietismo settario che non tiene conto della storia e della teologia della Riforma. Questo, paradossalmente, rafforza il cattolicesimo romano, che può vantare una storia secolare.

Nonostante il supporto estero, soprattutto da parte degli Stati Uniti, l'aspettativa di una riforma religiosa durante il Risorgimento italiana si rivela eccessiva. I valdesi sono considerati troppo distanti dalle masse e i metodi del metodismo sembrano offrire un'alternativa più sistematica al cattolicesimo romano, scavalcando a volte l'azione dei battisti.

 

Sintesi estratta da Pietro Bolognesi, Cristiani?